Battesimo del Signore
Omelia di don Edmondo Lanciarotta – parroco
Celebriamo oggi la festa del ‘Battesimo del Signore’, considerata anche la terza manifestazione del Signore, ovvero ‘Epifania’: la prima, è la manifestazione del Dio invisibile che si fa carne, diventa uomo nel Bambino di Betlemme che sorride ai pastori convenuti alla sua culla (il Natale), la seconda, è la manifestazione di questo Dio invisibile nel Bambino Gesù ai ‘Magi’, cioè a tutti gli uomini di ogni tempo e di ogni luogo (Epifania), cioè, nessuno è fuori dalla salvezza di Dio, la luce del Signore brilla sul volto di ogni uomo e donna, di ogni luogo e di ogni tempo, per sempre; la terza, è la manifestazione del Dio in Gesù, che da Nazareth di Galilea si immerge nell’umanità povera e peccatrice che accoglie il battesimo di purificazione di Giovanni presso il fiume Giordano.
1.Giovanni proclamava: Viene dopo di me…io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo
Abbiamo già trovato Giovanni Battista, prima del Natale: è la grande figura, il grande profeta che ha preparato la venuta del Messia. Conosciamo il suo messaggio e la sua testimonianza, leggendo gli altri Vangeli. Qui, il Vangelo di Marco che abbiamo appena proclamato, e che ci accompagnerà in questo anno liturgico è molto sobrio di notizie, essenziale nel suo racconto, inserisce, in pochi tratti la manifestazione del Signore, all’interno della testimonianza del Battista, fa partire, quella che viene chiamata la ‘vita pubblica di Gesù, proprio dal luogo e dalla predicazione del Battista. Noi sappiamo che Giovanni, con la sua dura e cruda predicazione, che invitava urgentemente alla conversione necessaria per l’immediata e prossima venuta del Messia, era oggetto di contestazioni e critiche da parte dei sacerdoti del tempio e degli scribi e farisei. A lui accorrevano e si facevano battezzare solamente coloro che si riconoscevano peccatori, poveri e bisognosi dell’intervento del Signore, coloro che sperimentavano che senza l’intervento del Messia la loro vita non sarebbe stata salva e quindi, pieni di umiltà e consapevoli delle proprie fragilità e miserie umane accoglievano il battesimo di purificazione. Invece coloro che si sentivano a posto con la legge, coloro che si ritenevano giusti, puri, impeccabili, autosufficienti, capaci di bastare a se stessi, non sentivano di aver bisogno di Dio e quindi non accoglievano la predicazione del Battista e non si sottoponevano al gesto umile di purificazione nell’acqua del Giordano.
Quindi il battesimo di Giovanni con l’acqua del Giordano era segno di penitenza e di purificazione, segno di preparazione alla venuta del Messia nella propria vita, accoglienza ed assunzione delle proprie responsabilità in relazione al bisogno di Dio, della salvezza di Dio, dell’intervento di Dio nella propria vita.
2.In quei giorni venne Gesù da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni.
Così inizia l’azione di Gesù, così viene descritto il primo manifestarsi di Gesù nel Vangelo di Marco: poche parole: Gesù che viene da Nazareth di Galilea. Senz’altro ci si può chiedere: e prima cosa ha fatto Gesù? Negli anni precedenti come ha vissuto Gesù? Il ’silenzio’ di Nazareth è una ‘profonda e inesauribile parola di Dio’, ancora tutta da ascoltare, da accogliere, da scoprire, da contemplare, da celebrare, da vivere. Gesù. Il Dio-con-noi che vive nel quotidiano, nella sua casa, in famiglia con Maria e Giuseppe a Nazareth: qualcosa di questo abbiamo potuto meditare e intuire nella festa della Sacra Famiglia: ora siamo invitati ancora ad approfondire questo mistero di Dio con noi e cogliere la sua ‘manifestazione’, non secondo i nostri criteri, le nostre argomentazioni, le nostre aspettative, le nostre idealizzazioni miracolistiche dell’intervento di Dio nella storia umana, ma secondo il comportamento reale e concreto di Gesù, la sua azione così come viene descritta e presentata dai vangeli e da quanto conosciamo dalla Sacra Scrittura.
Gesù è cresciuto come un bambino del suo tempo, in una famiglia normale del suo tempo: frequentava la sinagoga, ha imparato, possiamo dire, a leggere e scrivere come tutti i bambini, ha imparato la Legge, la Torah, ha appreso dalla lettura della Sacra Scrittura a conoscere il Dio dei Padri, di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio della liberazione, il Dio di Mosè, il Dio che ha liberato il suo popolo dalla schiavitù dell’Egitto, il Dio fedele nonostante le infedeltà e i peccati del suo popolo, il Dio dei profeti; ha appreso, nella preghiera familiare e nella sinagoga e nel tempio, assieme ai genitori, che gli hanno comunicato tutti i segreti di Dio da loro conosciuti, ad attendere il Messia e a conoscerne le caratteristiche del suo intervento. A Nazareth, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, Gesù è cresciuto nella conoscenza del Dio dei suoi Padri, alla riceva della sua volontà nella propria vita: Nazareth è il silenzio per ascoltare realmente e concretamente la parola di Dio in una ferialità, in una quotidianità, in una umiltà, in una semplicità…straordinaria, che diventa il luogo e il tempo della maturazione della Parola di Dio, il luogo e il tempo della presenza di Dio nella storia umana. E nessuno se ne è accorto: Gesù ha vissuto il mistero della sua incarnazione, del suo assumere pienamente la carne umana, la condizione umana dentro questa umanità, lentamente si è reso disponibile ad accogliere la volontà di Dio nella propria vita. Mistero semplice e straordinario: ancora tutto da scoprire e che diventa per tutti noi fonte inesauribile per conoscere realmente non un dio su nostra misura, un dio prefabbricato, ma il Dio di Gesù Cristo. Il ’silenzio di Nazareth’ diventa il luogo e il tempo del manifestarsi di Dio-con-noi nella storia umana.
Quindi, Nazareth, uno sperduto villaggio della ‘Galilea delle Genti, è tempo e luogo della presenza nascosta e reale di Dio nella storia umana, è tempo di ascolto della Parola di Dio, tempo della ricerca della volontà di Dio, tempo di attesa attiva della comprensione della volontà di Dio, tempo di crescita e di maturazione. Gesù ha imparato da Maria la dolcezza del Signore e da Giuseppe il difficile mestiere di uomo, da Maria il segreto di Dio e da Giuseppe il silenzio obbediente: ha appreso il ‘si’ di Dio all’uomo, nella storia umana, concreta, quotidiana.
3. Uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere…una voce dal cielo; ‘Tu sei il Figlio mio, l’amato.
Gesù dopo il ‘silenzio di Nazareth’, prende questa strada, il battesimo al Giordano: avrebbe potuto prendere altre strade per manifestarsi al popolo, invece fa questa scelta: prosegue nel suo cammino di ‘incarnazione’, si inserisce, si immerge nell’umanità povera e fragile, bisognosa di Dio: si immerge sempre più nella condizione di vita umana del suo popolo e di quella parte del popolo che attende il Messia. Gesù senza segni distintivi, senza fulgori di gloria, solo, semplice, umile, si fa presente tra i poveri peccatori del suo popolo. In questo modo si rivela vero uomo che condivide pienamente la realtà umana: così inizia il suo cammino nella storia: una scelta libera, una scelta lungamente ponderata, riflettuta, valutata, ricercata, pregata. Gesù immergendosi nell’acqua del Giordano con il battesimo di purificazione di Giovanni Battista accetta e santifica la vita umana. E’una scelta libera e profetica.
Ebbene, proprio in questa situazione, in questo momento, mentre esce dall’acqua del Giordano, Gesù fa un’esperienza nuova ed unica, vive l’esperienza di essere inondato di amore dal Padre, di essere inondato di Spirito Santo dal cielo, accogliendo una voce che gli si rivolgeva che affermava: ‘Tu sei il Figlio mio, l’amato’. Gesù sperimenta in questo preciso momento di essere Figlio di Dio Padre e di ricevere da lui una missione, un compito da svolgere. Con queste parole il Padre certifica il Figlio, certifica ed attesta che Gesù è suo Figlio, e che è contento di lui, che sta operando bene, che ha fatto la scelta buona, giusta, che sta veramente realizzando il suo progetto, sta concretizzando la sua volontà, sta portando a compimento il suo disegno di salvare l’umanità, sta portando a compimento tutte le Scritture e le profezie e le sue promesse fatte ad Abramo e a tutti i profeti fino a Giovanni Battista.
Gesù in questo momento della sua vita terrena, in questo momento della sua storia umana sperimenta la presenza consolatrice del Padre e la gioia di essere Figlio, con la responsabilità di una missione per la salvezza di tutti gli uomini suoi fratelli.
A questo punto può sorgere spontanea una domanda: e noi? Quando possiamo dire di aver fatto esperienza simile? In altre parole: quando, in quale momento, abbiamo sperimentato realmente di essere ‘figli di Dio Padre e fratelli di Gesù’, una volta ricevuto il sacramento del battesimo? Quando abbiamo intuito, scoperto di essere figli del Padre e fratelli di Gesù, in modo che la preghiera consegnataci al battesimo non sia solo recitata, ma vissuta nella verità?