Domenica di Pentecoste
Omelia di Don Edmondo Lanciarotta – Parroco
Celebriamo oggi la solennità di Pentecoste che chiude il tempo liturgico ‘pasquale: lo Spirito di Dio, lo Spirito di Cristo, la vita di Dio, la vita vissuta da Gesù Cristo con tutta la ricchezza dei suoi doni e l’inesauribile sorgenze di grazia e d’amore viene riversata sui discepoli raccolti in preghiera proprio nel giorno di ‘Pentecoste’, festa che ricordava l’alleanza di Dio con il suo popolo da lui salvato dalla schiavitù dell’Egitto. I discepoli, ancora smarriti ed impauriti, rinchiusi ancora dentro il Cenacolo, ricevono lo Spirito di Dio, lo stesso Spirito che ha animato la vita di Gesù, e rinnovati profondamente, diventando la sua Chiesa, nuovo popolo di Dio, uscito dalla Pasqua del suo Signore, cioè dal peccato e dalla morte, escono senza paura annunciando le meraviglie di Dio realizzate in Gesù diventando per sempre e per tutta l’umanità segno e strumento di salvezza.
La Sacra Scrittura di oggi fa emergere tutta la ricchezza e la profondità del mistero dello Spirito Santo. E così molteplici sono le possibilità di riflessione e di commento e di approfondimento, dallo scoprire lo Spirito Santo come ‘Persona’ e la sua missione nel mondo, dalla conoscenza della verità alla comunione d’amore che unisce le creature a Dio e le creature tra di loro. Lo Spirito Santo si presenta come dono del Padre e del Figlio e, allo stesso tempo, la loro intimità, amorosa comunione, una comunione così perfetta da custodire l’unicità di Dio pur nella diversità delle Persone divine. Nel cuore di colui che Lo accoglie, lo Spirito colloca e rafforza il dono dell’amore. Amare in verità significa donarsi totalmente e diventare a tal punto povero da permettere all’altro di riempirci con il suo amore.
La Pentecoste, diventa sorgente inesauribile dalla quale ogni giorno attingiamo forza, ispirazione e vitalità per poter realmente ascoltare la Parola di Dio, per essere e vivere da veri cristiani pervasi dallo Spirito di Gesù in totale disponibilità alla missione affidata dal Signore a ciascuno di noi fin dal nostro battesimo, e a tutta la chiesa. La Pentecoste così segna il compimento della Pasqua e la nascita della chiesa, battezzata nello Spirito. E noi fin da nostro battesimo siamo stati inseriti nella chiesa di Pentecoste, siamo stati e continuiamo ad esserlo, immersi nello Spirito Santo, nello Spirito di Cristo, e quindi siamo figli del Padre e fratelli di Gesù, familiari del Signore, la sua chiesa, perché tutti ‘battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo’, la Chiesa segno e strumento di salvezza per tutti i popolo della terra, per sempre.
1. La sera di quel giorno, il primo della settimana
Il Vangelo di Giovanni ci riporta, ancora a quel ‘primo giorno dopo il sabato’, il giorno di Pasqua. In questo modo l’Evangelista vuol farci comprendere che tutto, proprio tutto del mistero di Dio, rivelato da Gesù accade proprio a Pasqua. E per la precisione, accade proprio nel momento drammatico e devastante della morte di Gesù in croce, il Venerdì santo: in quel momento sommo e ultimo dell’esistenza storica di Gesù, nell’attimo in cui Gesù muore ed emette il suo ultimo respiro, proprio in quell’attimo, l’Evangelista vede il donarsi, il comunicarsi dello Spirito di Gesù a tutta la nuova umanità, la Chiesa, radunata sotto la sua croce rappresentata dal discepolo, da Maria e dalle donne. In quell’attimo il tutto di Gesù, la sua vita, il suo amore, la sua grazia, il suo Spirto viene donato alla chiesa credente lì raccolta a nome di tutta l’umanità.
Ma i discepoli non ne fanno esperienza, sono ancora increduli e smarriti, dubbiosi e fragili: non credono; così il Crocifisso Risorto si accompagna nei loro cammini, si fa loro compagno di viaggio, nei sentieri delle loro esistenze, e attraverso l’ascolto delle Scritture insegna loro a leggere i fatti della storia e a saperlo riconoscere nello spezzare il pane. E così accade la sera di pasqua: si fa presente, e sta in mezzo a loro. Ma manca sempre qualcuno: e così ‘otto giorni dopo’, e poi, di otto giorni in otto giorni si fa presente e sta in mezzo a loro e spezza il pane: aspetta pazientemente che come Tommaso i suoi discepoli arrivino liberamente alla fede, cioè a saperlo e a riconoscerlo risorto nella storia, nella loro storia.
2. Soffiò e disse loro: ’Ricevete lo Spirito santo’
Ai discepoli ancora increduli e smarriti il Cristo Risorto si fa presente nel luogo della comunità , ove si sono radunati, anche se chiusi e barricati dentro le loro miserie e infedeltà, dentro le loro sconfitte e delusioni, dentro le loro angosce e speranze infrante: il Risorto entra in mezzo a questa loro umanità povera e sta, in piedi, in mezzo a loro. Come allora, ai suoi discepoli, il Risorto continua a farlo sempre anche oggi, in ciascuno di noi, nella nostra comunità chiusa e barricata, impaurita e smarrita, delusa e amareggiata, ferita e angosciata per tante sofferenze e speranze infrante. Anche oggi, qui in mezzo a noi, il Risorto entra nella chiusura dei nostri cuori e sta in piedi, in mezzo a noi e a ciascuno e a tutti dice: ’Ricevete lo Spirito Santo’, cioè, ricevete la mia vita, ricevete il mio amore, ricevete la mia grazia, la benevolenza di Dio, la salvezza, la bellezza, la tenerezza, la misericordia di Dio. E così con il dono dello Spirito la nostra vita diventa piena di grazia, graziosa, salvata e rinnovata: veniamo immersi dentro la vita divina; la nostra esistenza viene salvata, ancora una volta e per sempre. Veniamo ancora una volta immersi in quella vita e grazia e amore nel quale siamo stati immersi fin dal nostro battesimo e riceviamo ancora vita, grazia, amore per continuare a vivere nella nostra vita umana la vita divina.
Ma in quella sera di Pasqua, ancora non sono pienamente capaci di accogliere tutta la ricchezza dello Spirito. Così dopo un periodo di preparazione e di crescita nella fede, seguendo il comando di Gesù, dopo la sua Ascensione al cielo, i discepoli, come viene affermato nel libro degli Atti degli Apostoli, si fermano a Gerusalemme in attesa che si compia su di loro la promessa del Padre e di Gesù stesso: ‘di essere battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni’. E proprio nel giorno di Pentecoste costoro ricevono in maniera pubblica, manifesta, forte il dono dello Spirito che li costituisce, dicevamo, la chiesa di Cristo. Il giorno di Pentecoste allora diventa il giorno natalizio della chiesa, collocato in una cornice universalistica, espressa nell’enumerazione di popoli, nazioni, culture e mentalità che si sentono accolte, comprese, riconosciute dagli Apostoli, perché capaci di parlare loro con il linguaggio dello Spirito, il linguaggio dell’Amore e della fraternità.
3. ’Come il Padre ha mandato me, così io mando voi’.
Gerusalemme che ha visto il compimento della vita terrena di Gesù diventa il punto di partenza della missione universale degli apostoli. L’effusione dello Spirito Santo il giorno di Pentecoste segna l’inizio della missione degli apostoli e manifesta, alla stessa missione nel suo inizio, la dilatazione universale e salvifica. Diventa la festa dell’alleanza di Dio non più con il popolo uscito dalla schiavitù dell’Egitto, ma l’Alleanza di Dio con ogni uomo e con tutti popoli, per sempre, alleanza d’amore di Dio che salva l’uomo dal peccato e dalla morte, sprigionando in ogni uomo e donna, in tutti e in ciascuno la vita divina, la stessa vita di Dio, quella vita vissuta da Gesù e che grazie al sacramento possiamo ogni giorno vivere anche noi nel cammino della nostra storia umana.
Gesù, la sera di Pasqua invia i discepoli nel mondo, li manda ad annunciare e portare a tutti la salvezza, il perdono e la grazia di Dio, li manda a continuare la sua opera nel mondo: il Padre ha mandato nel mondo lui, ora Gesù manda i suoi discepoli nel mondo. Cioè manda tutti coloro che sono suoi discepoli, tutti coloro che sono fin dal battesimo stati inseriti nella sua stessa vita, coloro che sono stati inondati dallo stesso Spirito Santo, li manda a testimoniare nel mondo l’amore di Dio per ogni uomo, per sempre. Gesù prima di lasciarli definitivamente, con la sua Ascensione, li manda ancora nel mondo. Ebbene, dopo l’effusione dello Spirito a Pentecoste ecco che i discepoli escono, senza paura dal loro nascondiglio, dalle loro paure, dalle loro incertezze e pieni dello stesso Spirito di Cristo, iniziano la loro missione universale di salvezza, partono ed annunciano Gesù.
Tutto questo accade anche oggi per noi qui raccolti, e per tutta la chiesa sparsa per il mondo: accade anche oggi, veniamo ancora una volta inondati dall’amore di Dio, noi usciti dalla Pasqua, ancora increduli, smarriti, dubbiosi e con tante ferite e miserie: veniamo da Dio riempiti di grazia, d’amore, capaci di parlare quel linguaggio che tutti possono comprendere, per annunciare quel messaggio che tutti attendono ricevere, quello di essere amati dal Signore