Domenica 7 Marzo 2021

Domenica III di Quaresima

Omelia di Don Edmondo Lanciarotta  –  Parroco

 

Nel cammino verso la Pasqua, cioè verso il centro, il nucleo fondamentale, la sorgente del mistero della fede cristiana, la liturgia ci offre la grazia di scoprire Gesù Cristo come il nuovo tempio, cioè il nuovo e il vero luogo in cui Dio si rende presente agli uomini, il luogo in cui Dio incontro il suo popolo e gli uomini incontrano il loro Dio. Il fatto raccontato dal Vangelo può apparire a prima vista un incidente finalizzato a purificare il culto liturgico nel tempio di Gerusalemme. Invece, in quel gesto, vissuto direttamente dai discepoli e da loro compreso profondamente molto tempo dopo gli eventi drammatici della passione, morte e della risurrezione, Gesù pone un gesto che riassume tutta la sua esistenza e rivela la novità della sua esistenza umana come il vero e unico luogo dell’incontro con Dio. Gesù cancella definitivamente il ‘sacro’ sul quale si appoggia una specie di sufficienza religiosa; cancella definitamente il privilegio di un culto, falso e pieno di ingiustizia, che di fatto schiaccia l’uomo e lo allontana dal suo Dio.

  1. Si avvicinava la Pasqua dei giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio….

Ormai siamo vicini alla Pasqua dei giudei, Gesù è ormai giunto a Gerusalemme e da buon ebreo anche lui sale al tempio, entra nel tempio. Tante volte, possiamo dire, Gesù è entrato nel tempio a Gerusalemme. Il tempio per i Giudei era considerato il luogo per eccellenza della grazia e benevolenza e santità di Dio verso il suo popolo, il luogo in cui Dio incontrava il suo popolo, il luogo in cui il popolo incontrava il suo Dio, il luogo in cui il popolo riceveva tutte le grazie e tutti i favori da Dio, la sua salvezza, il luogo in cui, attraverso l’offerta, veniva riscattato ogni primogenito, il luogo in cui il popolo si inseriva dentro la lunga storia dei padri che riconoscevano nel Dio di Abramo Isacco e Giacobbe, nel Dio di Mosè il Dio dell’alleanza, il Dio Liberatore, il Dio fedele e misericordioso, che protegge il suo popolo e lo guida nel cammino della storia. Il tempio di Gerusalemme era la gioia del suo popolo, era il segno della benevolenza di Dio per il suo popolo, era la gloria di Gerusalemme e di Israele nei confronti di tutti gli altri popoli, era il segno certo e intramontabile che Dio era dentro il suo popolo.

Tuttavia Gesù constatava che nel Tempio di Gerusalemme di fatto non si realizzava quello che doveva accadere e alla luce della sacra Scrittura, e conosceva bene, in particolare quanto veniva affermato sul tempio, in particolare dai profeti che alzavano la loro voce affermando, come Malachia, che il Messia quando sarebbe venuto sarebbe stato come il fuoco del fenditore e come la lisciva della lavandaia per purificare coloro che frequentano il tempio, o come Zaccaria che aveva affermato che non vi sarebbe stato più nessun mercante nel tempio. Di più ancora, altri profeti, tanti e tanti anni prima avevano alzato forte la voce contro i sacrifici celebrati nel tempio, affermando che erano ‘falsità e violenza’ e che ‘facevano schifo’ a Dio, il quale desiderava che nel tempio si manifestasse la ‘misericordia’ e non ‘sacrifici’.

cacciata dal tempio Giotto-Cappella Scrovegni
  1. … gente che vendeva buoi, pecore, colombe e là seduti i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio…

Gesù, poco prima della pasqua contemplando quanto accadeva nel tempio a Gerusalemme pone un gesto forte, duro, doloroso: scaccia tutti fuori dal tempio, reagisce fortemente al comportamento della gente al tempio, compie un gesto profetico, scopre la degradazione del culto, afferma che così non si può più andare avanti, che il tempio deve essere luogo di preghiera, di incontro con Dio, di portare via tutte le cose, di non fare del tempio, cioè della casa del Padre un mercato. Gesù non picchia nessuno, ma con una sana indignazione risoluta non tollera che nessuno inquini la santità del tempio , la casa del Padre, là dove Dio ha posto la sua dimora.

Ma qual è il mercato che Gesù non può sopportare? Immediatamente possiamo pensare al nostro modo di vivere le celebrazioni, liturgiche, i riti che si svolgono quando siamo radunati in chiesa. Questa pagina del vangelo interpella anche il nostro modo di gestire e vivere gli edifici di culto affinché diventino veri luoghi di preghiera e di incontro con Dio e non piuttosto luoghi sciatti e pieni di confusione. Scoprire che le nostre celebrazioni non devono essere palestre per il proprio individualismo ed egocentrismo, il proprio interesse privato, quanto invece occasione di incontro comunitario, come una famiglia radunata nell’amore.

Ma c’è un altro mercato sul quale è importante porre la nostra attenzione, quello che si svolge nei nostri cuori, quello che accade nella parte più intima e profonda e vera di noi stessi. E’questo che scandalizza ancor più Gesù: perché il cuore è il vero tempio che Dio vuole abitare. Tante volte tutti noi cadiamo nel pericolo di ridurre la vita ad una lunga ed avara compra-vendita, senza più la gratuità dell’amore. La ferrea legge dell’interesse individuale o del proprio gruppo sembra presiedere inesorabilmente la vita degli uomini. Di più: corriamo anche il rischio di metterci a trattare con Dio: ‘io ti faccio questo e tu in cambio mi dai quest’altro’; ‘io ti offro questo, … e tu mi concedi la grazia di…’.

Ecco, Gesù come allora manda all’aria tutto questo, manda all’aria tutte le bancherelle dei nostri interessi meschini e riafferma il primato assoluto di Dio.

E ai Giudei che gli chiedevano il motivo di questo gesto e di porre un segno che evidenziasse il significato di quanto stava facendo, Gesù afferma ‘distruggete questo tempio ed io in tre giorni lo farò risorgere’. I Giudei pensavano al tempio materiale, che era stato costruito in quarantasei anni e quindi era impossibile che Gesù lo ricostruisse in tre giorni. Invece Gesù si riferiva al suo corpo. Infatti, di lì a poco Gesù sarebbe stato ucciso, il suo corpo sarebbe stato crocifisso, ma dopo tre giorni sarebbe risorto. Gesù parlava del suo corpo.

  1. Ma egli parlava del tempio del suo corpo.

Ecco la novità straordinaria annunciata da Gesù: Gesù, il corpo di Gesù è il vero e nuovo e definitivo tempio di Dio, la dimora di Dio tra gli uomini, il segno indubitabile della benedizione di Dio verso il suo popolo per sempre, il luogo dell’incontro di Dio con il suo popolo, il luogo della grazia e della salvezza per tutti coloro che vi entrano e lo accolgono. Allora Dio non può più essere presente in un tempio fatto ‘da mani d’uomo’, quando è divenuto un centro di traffico e di mercato. Il vero tempio di Dio è il corpo di Gesù, la sua vita, la sua esistenza rivela e manifesta la presenza di Dio e porta a tutti coloro che lo accolgono la salvezza. Allora il ruolo del tempio, possiamo dire, resta lo stesso: luogo della presenza di Dio tra il suo popolo: ma d’ora in poi questo ruolo lo compie in maniera unica e definitiva Gesù.

In Gesù d’ora in poi ognuno può incontrare Dio provvidente e misericordioso, il Dio lento all’ira e grande nell’amore, il Dio dei Patriarchi e dei Profeti, il Dio liberatore e dell’alleanza, il Dio fedele e geloso, il Dio di ogni benedizione e salvezza. Allora nella misura in cui ognuno svuota il proprio cuore da ogni altro interesse egoistico, poi lo può riempire della grazia e della benedizione e della salvezza da Dio, e, di conseguenza, vivere intimamente e concretamente una vita nuova, ricca di amore che si diffonde e si riversa su coloro che si incontra nel cammino della vita quotidiana.

Solamente un cuore pieno di misericordia e di grazia, doni ricevuti partecipando all’eucaristia domenicale, cioè comunicando al corpo e al sangue di Gesù, può manifestare concretamente nella vita quotidiana la benedizione di Dio. Solamente un cuore abitato da Dio può amare e manifestare al mondo la misericordia e la provvidenza di Dio. I gesti e gli atteggiamenti, le azioni e i pensieri provenendo da un cuore buono e riconciliato con Dio, cioè abitato da Gesù Cristo, manifestano e rivelano a tutti, nella piena totale gratuità e senza alcun interesse. il dono di grazia ricevuto. E nella misura in cui ognuno partecipa di questo dono di grazia, comunicando al corpo di Cristo, diventa lui pure il Corpo di Cristo vivente che è la chiesa, fa parte lui pure della Chiesa, corpo di Cristo, luogo e tempo in cui Dio incontra l’umanità, segno e strumento di salvezza per tutti gli uomini.

 

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