Omelia di don Edmondo Lanciarotta – parroco
Dopo aver celebrato il mistero del Natale, il Dio-con-noi nel Bambino nato a Betlemme, posto nella mangiatoia, riconosciuto dai pastori, (prima Epifania), oggi, attraverso il sacramento, celebriamo la solennità dell’Epifania, il mistero di Dio-con-noi, il progetto di Dio per la salvezza dell’umanità, il sogno di Dio per ogni uomo che si manifesta e si rivela nella carne del Bambino di Betlemme riconosciuto e adorato dai Magi (seconda Epifania), e domenica prossima, la manifestazione del Dio-con-noi nell’evento del battesimo al fiume Giordano, che dà inizio a quella che viene chiamata la ’vita pubblica di Gesù di Nazareth’. La luce che splende nel mondo, la luce che illumina la notte che avvolgeva l’umanità immersa nelle tenebre di morte non è offerta solo ad alcuni, per il popolo eletto; la salvezza non per alcuni, ma per tutti gli uomini e le donne di ogni tempo e di ogni luogo, per tutti i popoli e nazioni della terra, rappresentati dai così detti ‘Magi’, di cui parla il vangelo.
Il racconto del vangelo non è una storiella per i bambini, per rendere ancor più ‘magico’ e ‘colorito’ il Natale, ma è la sintesi scritta della professione di fede delle prime comunità cristiane che, riconoscendo in Gesù di Nazareth, il Cristo di Dio, il Messia, crocifisso e risorto, il Vivente, la vera luce che illumina ogni uomo, luce che ha sconfitto definitivamente le tenebre del peccato e della morte, raccogliendo alcune memorie storiche del tempo, riconducibili alla visita nella terra della Giudea di personaggi ‘stranieri, provenienti da terre lontane, conoscitori delle stelle’, estendono questa professione di fede fino alla nascita nella carne di questo Messia-Salvatore, annunciando che la salvezza è per tutti i popoli e nazioni di ogni lingua, cultura e religione, per sempre.
Infatti, la luce che splende nel mondo, anche oggi, nelle tenebre fitte in cui l’umanità è immersa, è la luce del Cristo crocifisso e risorto che illumina il mondo, fin dalla sua nascita e si fa presente a tutti coloro che sono in ricerca di Dio e che sono attenti ai segni di Dio nella storia umana. In questo modo i ‘Magi’ diventano immagine di ciascuno di noi, di ogni uomo e donna, di ogni tempo e di ogni luogo, che cerca il volto di Dio: la storia dei Magi’ è anche la nostra storia, la storia di ogni credente che risponde alla chiamata di Dio, che prosegue la ricerca nell’oscurità e nella fedeltà fino all’incontro.
Sottolineo solo alcuni aspetti di questa pagina del vangelo ricchissima di riferimenti profetici e profonda nella rivelazione del Dio-con-noi; mi limito solo ad alcuni cenni, introducendo la meditazione che spero possa continuare, ciascuno nell’intimità del proprio cuore e nella propria famiglia: possono essere come degli ‘assaggi’ di un banchetto abbondante e succulento, per il nostro nutrimento.
1.Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme
Chi sono? Chi rappresentano? Rappresentano tutti noi, l’umanità intera, i lontani, i diversi, gli stranieri, gli altri per mentalità, esperienze, cultura, lingua, mentalità, popolo. Rappresentano quell’umanità ‘diversa’ che spesso viene ‘scartata’, emarginata, abbandonata, lasciata perdere: eppure nessuna parte dell’umanità è fuori dalla grazia di Dio, è fuori dalla salvezza di Dio. Anche quella parte di umanità che è presente in ciascuno di noi, che la sentiamo diversa, strana, misera, povera, che vorremmo eliminare, scartare, perdere: anche questa povera nostra umanità è amata da Dio: nessuna parte dell’umano, nessuna piega o aspetto dell’umano è fuori dalla salvezza di Dio; anzi, tutto l’umano è illuminato, è benedetto, e reso grazioso dalla luce di Dio in Cristo Gesù.
2….abbiamo visto spuntare la sua stella
La stella non è solo un elemento astronomico, un fatto naturale, ma è anche un segno luminoso che l’uomo, immerso nelle tenebre del vivere quotidiano, nella storia dell’umanità, coglie come importante e significativo; un evento che lo fa vibrare, riscaldare il cuore, gli dà coraggio, infonde speranza di un modo nuovo, fiducia e attesa di novità. Un segno nuovo e inaspettato che spinge i Magi a lasciare il proprio paese e mettersi in viaggio. Ognuno di noi, senz’altro se legge attentamente la propria esistenza, se fa attenzione in verità al proprio vissuto ha incontrato, ha individuato, ha scorto una luce che non acceca, non abbaglia, ma avvolge l’esistenza, riscalda il cuore e orienta la volontà e illumina il viso e fa riprendere forza e vigore per continuare a vivere ancora. Ricuperiamo questa luce profonda, questa ‘stella’ sul nostro cammino, nel buio della storia personale e umana in cui possiamo trovarci in questo tempo della storia umana.
3….siamo venuti…
Questa ‘stella’ è così significativa da mettere in viaggi i ‘Magi’; farli partire per cercare ciò che la stella indica. Cercare, però, comporta lasciare usi, costumi, abitudini, lasciare sicurezze, confort, stili di vita assodati e sicuri per un ‘viaggio’, un itinerario incerto, insicuro, pieno di incertezze, in terre e paesi e situazioni nuove, imprevedibili. La vita come ricerca del senso: la vita come itinerario di crescita e di maturazione alla ricerca della felicità. Anche per noi, diventare ricercatori della verità, diventare perenni pellegrini nel cammino della vita: eterni, solerti, appassionati ricercatori di Dio nella storia umana. L’essere credenti in Dio ci fa diventare eterni ricercatori di Colui che ci ha già trovati e che si nasconde nella storia umana. Tutti noi credenti, di ogni età e condizione: tutti, giovani ed adulti, uomini e donne: eterni ricercatori di Dio: mai nessuno si senta arrivato. E la ricerca, il cammino è fatto anche di smarrimenti e di ritrovamenti; lo smarrimento fa parte del cammino di fede: se non ci si perde d’animo, può diventare momento inedito di crescita, momento di maturazione, di verifica della profondità della ricerca iniziata. Come i Magi anche noi siamo invitati a non spaventarci degli smarrimenti, dei pochi mezzi e segni a disposizione e dei tanti rischi da attraversare per vie inaspettate e impervie.
4…perchè così è scritto per mezzo del profeta: ‘E tu Betlemme, terra di Giuda…’
Quando la luce iniziale si spegne, ecco che l’incontro con le Sacre Scritture diventa fondamentale: leggere, ascoltare, meditare la Parola di Dio, fidarsi. Mettersi in religioso silenzio, ascolto, umile e perseverante, e così la Sacra Scrittura diventa luce nel buio della vita, luce che ci guida all’incontro con il Signore. Però non è sufficiente ‘conoscere’ le Scritture: occorre seguire ciò che esse dicono, occorre concretizzare ciò che affermano, cioè metterle in pratica.
5.Entrati nella casa videro il bambino con Maria su Madre. Si prostrarono e lo adorarono
L’incontro carico di sorpresa, di gioia profonda, di stupore incontenibile, è un’esperienza nuova e inedita nell’umiltà dei segni: l’incontro con il Signore avviene sempre nell’umiltà della condizione umana, nei segni semplici e poveri dell’umano e del vivere quotidiano.
6.Poi aprirono i loro scrigni e offrirono in dono.
La novità di vita che si apre con l’incontro del Signore spinge i Magi al dono. Il ‘dono’ non è il ‘regalo’: il dono è la risposta d’amore all’amore ricevuto: è offrire tutto ciò che abbiamo, diventare dono a chi sperimentiamo si è donato per primo a noi. E’ la risposta gioiosa dell’amore ricevuto e che riempie la vita a tal punto da trasformarla e farla diventare a sua volta dono. Diventare gratitudine, gratuità, dono: farsi dono, donarsi, consumarsi nell’amore e per amore.
7.per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Chi ha incontrato il Signore è trasformato: ritorna alla vita quotidiana in maniera nuova, cambiato, trasformato interiormente; il suo non è un fuggire dalla realtà, non è evitare il proprio quotidiano, ma entrare nel proprio quotidiano in maniera diversa: la realtà può essere anche la stessa, con gli stessi drammi e sofferenza e violenze ed ingiustizie. Ma tutto questo viene interpretato, vissuto in maniera diversa, nuova, perché il cuore è trasformato, rinnovato.
Fratelli e sorelle, sono solo pochi accenni, semplici indicazioni di un percorso, il cammino della fede di ogni credente. La domanda che può nascere spontanea: e noi a che punto siamo nel nostro cammino, nell’itinerario di fede verso l’incontro con Dio-con-noi?