Omelia di Natale – 25 Dicembre 2021

Omelia di Don Edmondo Lanciarotta – Parroco

Una profezia: ‘Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce

Un annuncio: ’Una grande gioia per tutto il popolo: oggi è nato il Salvatore

Un invito: ‘Andate a Betlemme’

Un segno: ’troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia’
Un mistero: ‘Dio si fa uomo in Gesù’.

Come il popolo di allora, anche il popolo di oggi cammina nelle tenebre, noi facciamo parte di questo popolo che cammina dentro le tenebre fitte:

-tenebre fitte della miseria e del peccato, dell’infedeltà e dell’abbandono;

-tenebre fitte di ingiustizia, di violenza, di indurimento dei cuori;

-tenebre fitte delle divisioni tra persone e gruppi e nazioni, divisioni aggravate da Chilometri e Chilometri di filo spinato e barriere e muri che separano, impediscono l’accesso e il dialogo;

-tenebre fitte delle tante manifestazioni di individualismo, corporativismo egoismo,

che portano indifferenza e isolamento, sfruttamento e emarginazione;

-tenebra fitta delle nostre ipocrisie e falsità, lo spirito di dominio e di sopraffazione, e poi la superbia, la gelosia, l’ira, l’invidia, l’avidità, e tanto altro ancora: nessuno di noi ne è esente;

-tenebra fitta della nostra fretta di giudizi e del permanere dei pregiudizi che spietatamente condannano e spezzano la concordia;

-tenebra del consumo e dello spreco di beni, di cibo, di risorse naturali e di persone,

e poi tristezze, fallimenti, pianti e delusioni, incapacità di perdonare e fatica a continuare a vivere, e cercare in qualche modo di sopravvivere;

-tenebre fitte ancor più tremende e drammatiche di paure e smarrimenti per la pandemia ancora imperante che semina distruzione e morte e tanta angoscia nei nostri cuori, procura rabbia e sconforto, sospetti e ulteriori divisioni anche tra amici e parenti, lacera anche le relazioni più intime e familiari, paralizza la volontà di bene e i propositi di incontro;

-Tenebre fitte della paura e dell’angoscia che attraversa anche l’animo di tutti noi, credenti, quasi che Dio si sia dimenticato di noi, e ci lasci naufraghi nelle acque turbolenti e minacciose della pandemia.

Tutti andiamo in cerca di una salvezza, di un appoggio, di una scialuppa a cui aggrapparci per continuare a vivere, e guardare al futuro con speranza, in questo tempo in cui le persone sono passate dall’ebbrezza dell’onnipotenza attraverso la tecnica e la scienza al baratro di una radicale impotenza che procura smarrimento e angoscia.

Ebbene in queste tenebre fitte anche oggi risplende una luce, che non siamo noi a darcela, ma ci viene offerta, donata; e risuona un annuncio di gioia, non siamo noi a costruircelo, ci viene offerto, donato: è nato il Salvatore.

E’ un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia.

Apriamo i nostri cuori al mistero del Natale, lasciamoci illuminare da questa luce che rischiara le tenebre, usciamo dalla notte del male e del peccato, accogliamo la gioia annunciata ed offerta a tutto il popolo, a tutti, anche a noi.

Natale: non solo festa sentimentale, consumistica, ricca di regali ed auguri, ma festa vera e profonda, che non si consuma, non finisce, perché ancora una volta ci viene annunciato che Dio si fa uomo e viene ad abitare in mezzo a noi, e noi possiamo contemplare la sua gloria: gloria del Figlio di Dio pieno di grazia: qui è la verità del Natale: Dio con noi.

E’ accogliere questo annuncio che porta tanta gioia. Solo chi l’accoglie riceve il dono della gioia.

Con la gioia, il Natale ci fa riflettere, allora, da una parte sulla storia umana, drammatica, di tutti noi feriti dal male, sempre alla ricerca di felicità e di salvezza, bisognosi di misericordia e di perdono; dall’altra parte sulla bontà di Dio che è venuto incontro a tutti e a ciascuno, e non si stanca di venire in mezzo a noi per rendere partecipi della sua grazia e vita.

Ancora oggi risuona l’annuncio, la bella notizia: ‘Dio è nel Bambino di Betlemme’: cioè:

-dimora in mezzo a noi,

-condivide la nostra condizione umana,

-partecipa alla nostra esistenza creaturale,

-assume le nostre fragilità e debolezza,

-si manifesta povero e debole, fragile ed umile,

-come un bimbo che aspetta di essere accolto in braccio,

-ci sorride e ci inonda della sua grazia e gioia:

-Dio in Gesù diventa amore per tutti, è il senso della nostra esistenza umana, è la tenerezza di Dio per tutti.

Infatti tutti noi:

-abbiamo bisogno di tenerezza, abbiamo bisogno di carezze umane, di abbracci sinceri, a fronte di tanta misera, sofferenza, prove e dolori, smarrimenti ed angosce.

-Abbiamo bisogno di tenerezza: e Dio in Gesù di Betlemme ci mostra la via della tenerezza per essere vicini tra di noi, essere buoni, esser umani.

-Dio nel farsi uomo come noi nel Bimbo di Betlemme rivela l’umano, come lui l’ha pensato, mostrandolo nella sua vicinanza nella solidarietà, nel farsi uno di noi.

-Dio ci salva diventando uomo, manifestando misericordia, amorevolezza, vicinanza.

-Dio in Gesù ci rivela il ’progetto uomo’, cioè come possiamo diventare anche noi uomini e donne come è diventato lui, che da Dio, è diventato anche uomo in Gesù.

-Dio è umano e rivela la sua onnipotenza nella misericordia: Dio è onnipotente proprio perchè si dona a noi e ci perdona, accoglie il povero, ricerca lo smarrito, abbraccia il peccatore, perdona il colpevole, rimane fedele a tutti noi, non ci abbandona mai.

-Dio in Gesù sceglie la terra, come sua dimora, per stare assieme all’uomo e farsi trovare là dove l’uomo trascorre i suoi giorni nella gioia e nel dolore.

-Gesù a Betlemme, cioè nella casa del pane, è deposto in una mangiatoia, cioè nel luogo ove gli animali trovano il loro, come a dirci: ’eccomi a voi, sono il vostro cibo’.

Anche oggi dice a tutti noi: ‘sono qui, eccomi, mangiatemi’. La mangiatoia diventa l’altare, la greppia. Il vero Natale allora è l’umanità di Dio in Gesù che si fa uomo, pane, vita per noi, e ci chiede di diventare ‘pane e vita’ per coloro che incontriamo ogni giorno.

Gesù a Betlemme non prende, non pretende nulla, ma offre se stesso per essere mangiato. Qui scopriamo che Dio non è qualcuno che prende qualcosa di n oi, non è il potente che pretende la vita da noi, ma Colui che dona la vita: dona la sua vita, appunto, incomincia a donarla proprio a Betlemme e continua a donarla fino al Cenacolo, quando afferma: ‘prendete e mangiate questo è il mio corpo’, a Gerusalemme, fino alla croce.

Allora non c’è assolutamente spazio per la tristezza nel giorno in cui Dio si fa uomo. Natale: solo gioia e gioia piena. Gesù è con noi,

E’ Natale: festa della fiducia e della speranza. che supera l’incertezza, il pessimismo, e ogni dubbio.

E la gioia prima ancora di essere un sentimento umano, un atteggiamento da assumere indica concretamente una realtà, una realtà totalmente nuova, impensabile, straordinaria: è nato il Salvatore del mondo.

Gesù allora è la causa prima della gioia, il fondamento centrale che sostiene tutte le nostre gioie e feste e regali ed auguri e pranzi e luci e colori e musica e vacanze….

Una gioia non immediatamente percepibile, totalmente comprensibile, e quindi pienamente sperimentabile: ’troverete un bambino avvolto in   fasce che giace in una mangiatoia’: se lo accogliamo oggi e facciamo del nostro ‘oggi’ tutti i momenti di vita, tutti i nostri ‘oggi’ di natale allora la questa gioia accolta rimane nel nostro vivere quotidiano: un dono da accogliere, sempre: dono che ci accompagnerà nella vita quotidiana, per sempre.

La gioia del Natale è Gesù.

Fratelli e sorelle carissimi allora questo Natale:

-ci inondi tutti di tenerezza ed amore che si dona,

-ci trasformi in pane fragrante e cibo gustoso per saziare la fame di tutti,

-ci spinga a condividere quel poco che abbiamo e il nulla che siamo con chi incontriamo,

-ci riempia gli occhi di sorriso e di lacrime di gioia, sguardo d’amore pieno di Gesù,

-ci faccia riconoscere che siamo tutti bisognosi di amore e di pace, tutti in cerca di serenità e felicità,

-ci dia la forza per fare sempre il primo passo verso chi è povero, solo, per chi soffre ed è abbandonato, il primo passo di riconciliazione di perdono,

-ci faccia danzare e ballae e gioire alla vita, anche in tempo di pandemia,

-ci sostenga ogni giorno di vita,

-ci riempia i cuori di amore, perché siano amati da Dio sempre.

Buon Natale.

O Gesù, figlio di Dio, nato nella piccola Betlemme, cullato sulla braccia di Maria, protetto da Giuseppe uomo giusto,

Tu sei Colui che doveva venire spogliato del suo splendore. Ricolmaci della tua grazia per farci riconoscere creature nuove lieti di camminare sulle tue vie, di vera libertà e d’amore.

 

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