Pensando al saluto in occasione della nostra festa patronale dell’Assunta in questa situazione storica ancora marcatamente segnata dalla pandemia con tutte le profonde conseguenze non solo economico-sanitarie, di cui ancora non conosciamo la gravità e l’estensione completa ho riflettuto sulla verità delle nostre relazioni umane illuminate dalla luce del sorriso, dalla profondità dell’amicizia, dalla profezia della speranza.
Prima della pandemia tutti eravamo segnati da forme di individualismo, di indifferenza, di fretta e di chiusura al punto che nessuno appartiene più a nessuno, e nessuno conosce nessuno. Nessuno risponde di nessuno. Nessuno si prende cura di nessuno. E così, vivendo, sempre di più ognuno per se stesso, i nostri volti rischiavano di rattristarsi ed intristirsi; non illuminavano perché non venivano illuminati dal sorriso.
Ebbene la pandemia ha ulteriormente aggravato questa situazione offrendo precise e concrete motivazioni alla necessità di stare separati, di non venire a contatto, di evitare ogni relazione fisica, con il sospetto che l’altro sia un possibile contagiato e quindi concreto contagiatore, “untore”, portatore del virus di morte. Allora per poter vivere bisogna stare isolati, stare da soli, separati: situazione paradossale e totalmente alternativa al senso profondo del vivere umano, caratterizzato dalle relazioni immediate, spontanee e dallo stare assieme ricco del contatto a partire da quello fisico, del sentirci uniti. Perfino il saluto in chiesa, il segno dello scambio della pace vissuto con la stretta di mano ha subito trasformazioni: nell’impossibilità di venire a contatto fisico ecco che viene sostituito con un inchino, uno sguardo, un sorriso.
A fronte di questo, per riprendere le relazioni raffreddate, interrotte, spezzate, dimenticate o smarrite per consolidarle e ampliarle, emerge la necessità di uno sguardo amico, sincero, profondo, cordiale, fraterno illuminato dal sorriso. Il sorriso, infatti, è benevolenza senza condiscendenza, cioè è voler vedere il bene che, pur mescolato al male, alle fragilità umane, è in ogni realtà, in ogni persona umana. Il sorriso diventa necessario per vivere, come l’aria che respiriamo.
Penso, infatti, che chi non riceve il sorriso benevolo non può sviluppare il meglio di sé, ma sperimenta di sé stesso solo il peggio. Infatti, ciascuno di noi diventa, in gran parte, come gli altri ci guardano. Il cipiglio condanna, il sorriso salva; l’occhio cupo e spietato uccide, il sorriso gratuito dona vita; lo sguardo indifferente dell’altro porta all’angoscia, l’occhio benevolo dell’altro è respiro per vivere e crescere. Inoltre, il bisogno di offrire un sorriso e di vederlo accettato non è minore del bisogno di riceverlo. Si soffre nel non ricevere, e altrettanto di non poter dare il sorriso ad una persona vicina. L’amicizia è, allora, la continuità del sorriso.
Il sorriso, infatti, non è solo un testo del viso e degli occhi, ma un atteggiamento personale favorevole, sincero, positivo, comprensivo, accogliente, capace di correggere senza ferire e questo è il rapporto di amicizia. Realizzare questi rapporti di amicizia tra di noi è fonte di gioia profonda, è promessa di vita piena che attraversa i dolori, le sofferenze e le pene della vita. Di conseguenza, negare il sorriso procura distruzione e negatività. Tuttavia, sorriso e amicizia non si possono rapire né comprare: chi vuole catturare o comprare affetto viene respinto. Inoltre, ricevere un’offesa con il sorriso è segno di grande forza e pace, rispondere al male con gentilezza rivela una statura grande dell’essere umani.
Il sorriso rispettoso dice anche misericordia per gli errori e le colpe, senza giudizio, né complicità e ne allegerisce il peso. Sorridere di sé, anche delle proprie pene e miserie, ne riduce il peso a sé e agli altri. Questo sorriso di amicizia è radicato profondamente nella speranza ed apre alla fiducia: sostiene il cammino nei momenti e nei passaggi difficili della vita umana.
Fratelli e sorelle carissimi, l’augurio in questa nostra festa patronale dell’Assunta diventi occasione per donarci e ridarci senza sosta, reciprocamente, il sorriso d’amicizia che apre alla speranza nei nostri giorni di vita.
Gli incontri, le relazioni tra di noi tra gruppi, realtà, tra proposte e iniziative, tra chi incontriamo, siano carichi di questo sorriso fraterno, che diventa nella storia umana, un prestito alla felicità promessa nel regno di Dio, una caparra di gioia senza fine.
Gli incontri nei tempi e luoghi quotidiani di vita siano ricchi di sorriso che apre alla scoperta della bellezza di essere fratelli tra di noi perchè tutti figli dell’unico Padre. Il sorriso dell’amicizia ricevuto e donato abiti sempre nei nostri cuori e illumini tutti i giorni di vita.
E tutto a “lode e gloria di Dio Padre”.
Festività dell’Assunta 15 Agosto 2021
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