Lungo la strada dell’amarezza e della delusione… l’incontro con Gesù, il Risorto

Ormai si faceva sera, di quella giornata, dopo il grande sabato, apertasi con le donne che, meravigliate e smarrite per aver trovato il sepolcro ove era stato messo il corpo di Gesù, vuoto e spalancato, erano andate ad annunziare l’accaduto ai discepoli rinchiusi nel cenacolo.
La sera di un altro giorno sta per calare e due discepoli, delusi ed amareggiati si allontano da Gerusalemme verso un villaggio di nome Emmaus: ormai, per loro tutto è finito, la bella notizia di Gesù di Nazareth è finita, la sua morte in croce, il venerdì precedente, ha distrutto tutto.
I due camminano tristi e delusi. In questa loro strada di fallimento e di abbandono si inserisce il Risorto: si avvicina a loro, si fa loro compagno di viaggio, ma loro non lo riconoscono, lo ritengono un viandante: sono ancora troppo chiusi nella loro tristezza e guardano la storia, i fatti accaduti pochi giorni prima a Gerusalemme, con gli occhi della delusione.
Non lo riconoscono, non capiscono gli eventi vissuti. Il Risorto infatti rimane loro nascosto perché non riescono a comprendere il senso della morte in Croce di Gesù.
Per loro Gesù crocifisso segna il crollo definitivo di ogni speranza umana. E la pietra posta davanti al sepolcro ne è il sigillo.
Eppure le donne avevano annunziato che la pietra era stata ribaltata ed il sepolcro era vuoto. Ebbene il Risorto, percepito come un ‘viandante’ si inserisce nel cammino di questi due discepoli e un po’ alla volta, senza cambiare direzione del loro cammino, fa loro comprendere il senso pieno e vero degli avvenimenti da loro vissuti fino a riconoscerlo non solo come viandante, ma come Risorto.

Infatti, un po’ alla volta, discorrendo con loro, parlando degli avvenimenti alla luce della Sacra Scrittura, il Viandante si fa prossimo, vicino a loro fino a ricevere l’invito a rimanere con loro, perchè si fa sera. Allora il cammino di allontanamento diventa il cammino dell’incontro, il cammino della delusione diventa il cammino della speranza, il cammino desolato ed angosciato diventa il cammino che si arricchisce di senso e di serenità, il cammino vuoto e freddo diventa un cammino sempre più pieno e caldo della presenza. Tutto questo non perchè i discepoli camminano verso il Risorto, ma perché il Risorto si inserisce sempre di più nel loro cammino.
Così dopo averli ascoltati, e amorevolmente richiamati: “stolti e tardi di cuore”, cioè privi di intelligenza, incapaci di valutare la storia di Gesù, incapaci di aprirsi alla verità di Dio, durante la cena, nel momento dello spezzare il pane i due discepoli riconoscono in quel Viandante, il Risorto, Gesù crocifisso e risorto, il Vivente in mezzo a loro.
Senza perdere tempo, senza paura del buio e della notte, ritornano nel luogo della comunità, da dove se n’erano andati delusi, per raccontare agli altri discepoli la loro esperienza del Risorto, confessando con sorpresa che il loro cuore si riscaldava e prendeva forza nell’ascoltare la spiegazione delle Scritture fatta da Gesù lungo il cammino.
Come allora, anche oggi il Risorto si inserisce nel nostro cammino, in ogni via, in ogni itinerario della nostra vita, si fa nostro compagno di viaggio, anche nella strada delle nostre delusioni, amarezze, sconfitte: si inserisce nel cammino di ogni uomo e di ogni donna.
Non spetta al Risorto cambiare volto, spetta invece a noi cambiare lo sguardo: occorre che anche noi, come è accaduto ai discepoli di Emmaus, assumiamo un nuovo sguardo sulla nostra storia umana. Occorre che anche noi riusciamo a comprendere il Crocifisso alla luce delle Scritture: la morte in croce di Gesù non è la fine, il fallimento, ma il fondamento della speranza.
Il Risorto che spiega le Scritture ha un valore perenne.
Cioè, solo Cristo, può far capire le Scritture, è Lui, che è la Parola, che la spiega, cioè la vive. E questo accade oggi attraverso la
Chiesa che apre al pieno riconoscimento del Risorto nello spezzare il pane, nell’Eucaristia. Parola e Pane, cioè Eucaristia, sono al centro della vita di Gesù e della vita della comunità cristiana.
Ora Gesù, il Risorto rimane con la Parola e con il Pane, cioè con l’Eucaristia, rimane tra di noi, per noi e con noi, per sempre. La risurrezione di Gesù, allora è la conferma che per Dio l’ultima parola non è la morte. La vita di Gesù, vissuta in obbedienza al Padre e al servizio dei fratelli è una vita vittoriosa: i discepoli lo scoprono attraverso l’ascolto della Parola e lo spezzare il pane. Riconoscere il Risorto nel cammino della nostra vita vuol dire tornare nel luogo della comunità, anche se notte; tornare senza paura e condividere l’esperienza con gli altri discepoli della comunità.
Vuol dire aprire le porte del nostro cuore al vangelo di Gesù e ricevere la forza dello Spirito Santo nell’Eucaristia.
Il cammino di Emmaus è il cammino della Chiesa con il Risorto: è il cammino del Risorto che entra nel cammino dì
ogni uomo e donna; è il cammino della nostra fede, il cammino che trasfigura in un cammino interiore e spirituale: dalla speranza perduta alla speranza ritrovata, dalla tristezza alla gioia, dalla croce alla risurrezione.
Ogni Eucaristia è Pasqua. In ogni eucaristia è incontro con il Risorto, che si fa nostro compagno di viaggio.
Così è dolce la strada di Emmaus, percorso al calar della sera in compagnia di un viandante dal volto amico così sereno, dalla voce calda, dallo sguardo così luminoso.
Su questa strada Gesù è riconosciuto dopo l’invocazione: “resta con noi”. Diventi e resti anche la nostra preghiera, l’invocazione della Chiesa che cammina nell’ora crepuscolare di questo mondo.
Il Risorto spezza per noi e con noi il pane dell’amore e resta presente, anche se scompare ai nostri occhi, non bisognosi più di vedere perché capaci di riconoscerlo nell’Amore che si dona.

Buona Pasqua

Don Edmondo Lanciarotta  –  parroco

 

S. Pasqua – Domenica 17 Aprile 2022

 

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