I discepoli al mattino di Pasqua all’annuncio che Gesù di Nazareth, non è nel sepolcro, ma è risorto, sono sconcertati, turbati, smarriti, hanno paura; dubbio, stupore, incredulità e gioia si confondono in un vortice tumultuoso: sentimenti che tradiscono la difficoltà a credere che il Crocifisso è Risorto. Non è facile credere nel Risorto.
Anche la gioia rende difficile credere. Infatti l’evangelista scrive: ’ancora non credevano per la gioia’. Di fronte alla risurrezione l’uomo resta dubbioso ed incredulo. Eppure il Risorto è in mezzo a loro. E’ in mezzo agli amici, ai discepoli. E’ in mezzo alla comunità radunata. E’ sempre in mezzo, dentro la vita di ogni famiglia.
Il corpo risuscitato di Gesù possiede proprietà superiori a quelle del corpo umano nella vita terrena. Egli appare e scompare a volontà, entra in una stanza a porte chiuse; si sposta senza fare movimenti visibili; i tratti del volto non si riconoscono immediatamente. Sono proprietà che indicano una condizione nuova; quella della gloria divina alla quale questo corpo è giunto con la risurrezione.
Tuttavia questo corpo conserva la sua natura corporea, non è trasformato in spirito: ‘Un fantasma non ha carne ed ossa come vedete che io ho’ (Lc 24,39) Il corpo del Risorto è identicamente quello che era stato crocifisso, anche se colmato in una nuova vita. E questo corpo risorto è il principio e il modello della risurrezione universale e quindi anche della nostra risurrezione. Dicendo: ’sono proprio io’ Gesù risorto faceva appello alla fede dei discepoli di allora e continua a farlo ai discepoli di oggi. E’ un invito alla fede, oggi. Cristo si presenta come colui che ha vinto la sofferenza e la morte e che possiede una vita nuova. Egli è là, nella vittoria del suo amore e nel desiderio di attirare tutti gli uomini a sé.
Le parole ‘sono proprio io’ rivelano una presenza personale, sempre viva di Cristo che veglia sulla Chiesa, su ciascuno dei suoi amici e procura a tutti i credenti la vita piena della sua risurrezione. Gesù è vivo, Risorto. Gesù sulla strada della vita entra nella vita dei discepoli ed invita a non aver paura a non temere e a riconoscerlo vivo e risorto.
Cristo risorto ci spinge a metterci in piedi, a riprendere fiducia, a riunirci invece di murarci nelle nostre solitudini, amarezze e delusioni. Cristo risorto è appello rivolto alla vita di tutti i giorni, è risollevarsi, è ritorno alla vita rinnovati e ricreati, è passione per la vita.
E’ il Cristo risorto che abita la speranza, che abita l’amore, che abita tutto ciò che supera l’uomo e lo chiama a superarsi. La sua presenza annuncia la speranza che abita nel cuore della storia. Dio in Gesù ci sorprende sempre: occorre saperlo riconoscere, cioè occorre la fede. Solo la fede può metterci davanti alla straordinaria verità e permetterci di aderirvi.
E’ risorto, è in mezzo a noi, parla con noi e mangia con noi. E’ vivo nell’Eucaristia. Vuol dire che ci incontra in ogni banchetto eucaristico, è presente nella comunità che si raduna. Il Risorto spezza per noi e con noi il pane dell’amore e resta presente, anche se scompare ai nostri occhi, non più bisognosi di vedere, perchè capaci di riconoscerlo nell’Amore che si dona. Saperlo riconoscere allora è Pasqua.
Ogni eucaristia è Pasqua. In ogni eucaristia è un’apparizione pasquale è un incontro con il Risorto. Fratelli e sorelle, il Signore risorto ci doni di diventare annunciatori e testimoni di vita nuova.
Ci aiuti a credere che dal giorno di Pasqua le tenebre sono state definitivamente vinte, che la notte più oscura è stata resa più chiara del giorno, che ogni cuore può davvero ‘osare l’amore’. E’ pasqua: possa esplodere la Pasqua nella nostra vita, nella nostra comunità, nella nostra umanità.
Allora i vivi e i morti si abbraccino pure, certi di vivere insieme, per sempre. E che la nostra vita sia una vita da risorto in Cristo per sempre presente in noi e con noi.
Portiamo a tutti, con la parola e la vita, l’augurio di Buona Pasqua.
Don Edmondo – parroco
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