Domenica  6^ di Pasqua  17 Maggio 2020

Omelia di Don Edmondo Lanciarotta – Parroco

Il vangelo di oggi è la continuazione di quello di domenica scorsa; fa parte del ‘discorso di addio’ di Gesù raccolto dall’ evangelista nell’ultima cena. Gesù, come domenica scorsa, continua la sua azione di Consolatore. Gesù nel Cenacolo offre conforto e sostegno agli apostoli, perché erano profondamente turbati dopo aver comunicato loro che se ne sarebbe andato. Le sue  parole giungono anche a noi oggi perché anche noi non cadiamo nel turbamento, ma ci sentiamo realmente confortati nel nostro cuore e corroborati nella nostra vita, per diventare pienamente seguaci, fedeli discepoli del Vangelo di Gesù, testimoni nel mondo della sua risurrezione.

Sottolineo, tra gli altri, tre aspetti centrali: il primo, Gesù promette  il Consolatore, cioè lo Spirito di verità; secondo, egli assicura di ritornare dai suoi, di abitare tra loro insieme con il  Padre suo; e terzo è l’amore come luogo della manifestazione di Dio in Gesù e segno distintivo del cristiano.

1.Gesù disse ai suoi discepoli: “Pregherò il Padre ed egli vi  darà un altro Consolatore”

Attraverso queste semplici parole veniamo introdotti nel mistero di Dio, nel mistero della nostra fede cristiana, l’Unità di Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo. Nella preghiera  e nella promessa di Gesù incontriamo uno dei momenti forti della rivelazione del mistero supremo di Dio fatta da Gesù: egli nomina appunto con se stesso, il Padre e lo Spirito Santo. Come il Figlio è stato mandato dal Padre nello Spirito Santo, così lo Spirito Santo viene mandato come dono di grazia per mezzo del Figlio, grazie alla sua preghiera, alla sua richiesta al Padre. Lo Spirito è designato come dono di “un altro Consolatore”, o “Paraclito”. Ciò significa che egli è l’Avvocato che intercede presso il Padre in favore dei discepoli; egli è il Consolatore dei credenti esortandoli a perseverare nella fede. In questo modo continua la stessa azione di conforto che Gesù ha offerto agli apostoli, aiutandoli a superare il ‘turbamento’ e ad aver fede in Dio e nel Figlio suo. Ed è sempre lo Spirito Santo che assicurerà la presenza indefettibile del Cristo in mezzo alla sua chiesa, tutti i giorni, fino alla fine del mondo, cioè per sempre.

Come Consolatore o Spirito Santo si schiererà sempre a fianco dei credenti per confortarli dalle angustie, per sostenerli nelle prove e nelle persecuzioni e soprattutto per corroborarli nella loro fede in Dio e in Gesù.

2.”….lo Spirito della verità”

Certamente lo Spirito Santo resta ancora  il ‘Dio sconosciuto’; alcuni teologi lo chiamano ’lo Sconosciuto al di là del Verbo’ (H.U.von Balthasar). Lo Spirito  Sato è l’amore assoluto di Dio, è la comunione d’amore tra il Padre e il Figlio. Egli è quanto di più intimo c’è in Dio. Lo Spirito Santo è anche la  manifestazione estrema di Dio. Questo  Spirito ci fa conoscere il mistero di Dio, ci introduce nella comprensione della rivelazione del Padre, fatta da Gesù, il Figlio divenuto uomo. E’ l’amore che unisce il Padre al Figlio apparso in Gesù.

L’azione dello Spirito nella storia della salvezza e nella chiesa non è altra a quella di Gesù, non è sostitutiva di quella di Gesù. Ma lo Spirito continua nel tempo, lungo i secoli, per sempre nella storia umana la stessa opera di rivelazione del Cristo e la sua stessa missione di salvezza. Lo Spirito Santo è lo stesso Spirito di Gesù, lo Spirito che ha operato in Gesù, lo Spirito che egli dopo la sua risurrezione dai morti ha mandato nel mondo da presso il Padre. E’ lo Spirito di verità perché è lo stesso Spirito di Cristo, che è la Verità  del Padre rivelata visibilmente agli uomini: non rivela nulla di nuovo, non apporta nessuna nuova rivelazione  a quella già operata da Gesù, il Verbo di Dio fatto uomo, fatto storia ed espressione diretta del Padre.

E’ lo Spirito di verità perché è in relazione diretta con la Verità che è Gesù, con la verità visibile storica che è Gesù. E quindi questo Spirito introduce i credenti ad una sempre più  e profonda comprensione del mistero di Dio, di quella rivelazione di Dio fatta appunto da Gesù. Quindi dopo la partenza di Gesù e in attesa del suo ritorno, lo Spirito Santo sostituisce Gesù presso i fedeli discepoli che costituiscono la sua Chiesa. In quanto Spirito di verità fa comprendere ai  credenti il mistero  più profondo di Gesù e, rendendo testimonianza alla verità rivelata da Cristo, rende gli stessi discepoli testimoni veritieri del Vangelo che essi annunciano e della fede che essi professano. In altre parole questo Spirito di Verità che Gesù promette ai suoi amici nel periodo della sua assenza assicura l’indefettibilità della chiesa, depositaria della verità di Dio, affinchè essa con soccomba sotto l’incalzare dello spirito del mondo.

Nell’unità dello Spirito Santo cresce l’unità della chiesa e si estende l’opera di Gesù fino ai confini del mondo, accogliendo tutti ‘giudei e samaritani’, greci e pagani, città, popoli e nazioni: tutti sotto l’azione dello Spirito che estende l’azione salvifica di Gesù voluta dal Padre per sempre. In tutto questo la Chiesa è  e deve essere sempre  segno e strumento della comunione tra Dio e gli uomini.

3.”Io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi”

Lo Spirito Santo Paraclito, frutto della preghiera di intercessione di Gesù al Padre prenderà dimora nel cuore dei discepoli e introdurrà ogni discepolo nell’intimità divina trinitaria. Qui, nell’intimità profonda, unica, irripetibile, nel dono straordinario, divino che ci viene offerto ogni discepolo potrà sperimentare l’intimità divina. Ognuno potrà sperimentare la presenza divina, costante, quotidiana di Dio nella propria vita, in ogni circostanza. Nessuno sarà mai orfano: Gesù  sarà sempre presente in loro attraverso lo Spirito Santo. Con questa rivelazione Gesù assicura il superamento  definitivo della solitudine e dell’abbondono, dello smarrimento e dell’angoscia, che spesso albergano nei nostri cuori. Tutto questo perché il grande desiderio di Gesù verso i suoi amici, turbati e smarriti, è che vivano della sua stessa vita, cioè del suo amore, cioè si amino come Gesù li ha amati e continua  ancora ad amarli attraverso lo Spirito Santo.

L’amore è la realtà stessa di Dio. L’Amore è Dio stesso: allora amare è accogliere Dio. L’amore è accogliere il venire di Dio nella nostra vita. Il venire di Dio in noi accresce in noi la nostra capacità di amare. In questo modo  allora, accogliere e vivere il comandamento dell’amore di Gesù è un tutt’uno con il rendere ragione della speranza della nostra vita. L’amore, allora, nella chiesa non è realtà facoltativa, ma costitutiva, che indica, ed annuncia e rivela la presenza stessa di Dio.

L’amore per Gesù è nello stesso tempo amore per il Padre  e per lo Spirito Santo ‘rivelatore’ del Figlio. Come cristiani, provenienti dall’amore, siamo segnati dal sigillo di Dio in noi. Siamo mossi dal soffio della Spirito  Santo, siamo inviati a portare nel mondo il gusto,  la bellezza, la gioia del Vangelo di Gesù. E oggi e sempre il mondo ha proprio bisogno di amore, l’amore di Dio, cioè Dio stesso che vive nei nostri cuori, nella misura in cui noi gli facciamo spazio e lo accogliamo.

Preghiamo incessantemente  per accogliere l’amore di Cristo, lo Spirito Santo che ci introduce nell’intimità con il Padre. La partecipazione a questo amore, che resta sempre dono, richiede da parte di tutti noi, di tutti i credenti un  grande coraggio: il coraggio di credere che il nostro destino è orientato verso la pienezza e grandezza di essere figli di Dio; non ci avviliremo più nelle piccole questioni quotidiane, e passioni e istinti individuali; comprenderemo che la novità della nostra vita, della nostra coscienza, della nostra volontà è e resta sempre Gesù; sperimenteremo la gioia profonda che viene dal cuore, dall’intimità di una presenza che ci abita sempre.

Preghiamo per esser  capaci di amare, di accogliere il comandamento del Signore: ’Se mi amate, osserverete  i miei comandamenti’ e gustare la dolcezza dell’intimità straordinaria del Figlio con il Padre attraverso lo Spirito Santo.

 

Qui il Testo in PDF